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Lo Scandalo dei dati trafugati si allunga sempre di più,Arrestati alla Procura di Pavia Due Carabinieri Vicini ai PM


Scandalo di Corruzione alla Procura di Pavia: Arrestati Due Carabinieri Vicini ai PM

Un’intricata rete di favori, pressioni e corruzione è stata scoperta all’interno della Procura della Repubblica di Pavia, coinvolgendo due carabinieri di fiducia di alcuni pubblici ministeri. Nelle indagini della Guardia di Finanza, sono emersi dettagli sconcertanti che portano alla luce un presunto abuso di potere all’interno dell’ufficio giudiziario. Questa mattina, il maresciallo dell’Arma Antonio Scoppetta è stato posto in stato di arresto, mentre il capitano Maurizio Pappalardo, recentemente congedato dopo una lunga carriera come comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Pavia, si trova agli arresti domiciliari.

La Figura del Maresciallo Scoppetta e il Capitano Pappalardo

Antonio Scoppetta, braccio destro di un pubblico ministero presso la Procura, secondo le accuse avrebbe fatto pressioni affinché il procuratore capo Mario Venditti assegnasse al suo ufficio le indagini di loro interesse. Questo avrebbe permesso a Scoppetta e a Pappalardo di gestire inchieste delicate, spesso per favorire contatti politici e imprenditoriali a loro vicini. Tra questi, figura una ditta specializzata in intercettazioni telefoniche per le Procure italiane, gestita dai figli di Agostino D’Arena, storico maresciallo dei Ros di Milano.

Le carte dell’indagine riportano che Scoppetta avrebbe risposto alle richieste di Pappalardo, il quale a sua volta agiva per conto di imprenditori e politici, ricevendo denaro per soddisfare le sue esigenze quotidiane, comprese spese personali e voluttuarie, tra cui il gioco d’azzardo.

Un Sistema di Favori e Corruzione

Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, tra il 2015 e il 2016, Scoppetta avrebbe ripetutamente passato a Pappalardo notizie riservate su inchieste condotte dal pubblico ministero a cui era assegnato. In cambio, Pappalardo avrebbe offerto al maresciallo diversi vantaggi materiali: soggiorni in hotel, arredamenti, capi d’abbigliamento, fuochi d’artificio, e persino viaggi per partecipare agli allenamenti della Lazio. Tra i “favori” spicca una vettura fornita dai fratelli D’Arena, soci della società Esitel, la quale aveva incarichi presso la Procura di Pavia per servizi tecnici a supporto delle indagini.

L’influenza di Scoppetta si estendeva anche all’interno della città: secondo le carte, avrebbe favorito il via libera della Sovrintendenza per un ristorante gestito dai D’Arena, contribuendo così a un sistema di favori che collegava la Procura, la politica e l’imprenditoria locale.

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Legami e Influenze con Politica e Affari

L’indagine porta alla luce una rete di rapporti tra i carabinieri indagati e figure del mondo politico e imprenditoriale. Tra gli interlocutori di questo circuito compare Gianluca Di Bartolo, coinvolto nell’inchiesta “Clean” della Procura di Pavia, e legato all’ex eurodeputato leghista Angelo Ciocca. La presenza di tali contatti politici accresce la portata della vicenda, suggerendo un’infiltrazione della corruzione all’interno degli ambienti investigativi con l’obiettivo di favorire interessi esterni all’amministrazione della giustizia.

L’Intimidazione di una Testimone: Un Aspetto Preoccupante

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dall’indagine riguarda l’uso del potere per intimidire una donna che aveva interrotto i rapporti con Pappalardo. Scoppetta, per conto del capitano, sarebbe arrivato a manomettere il veicolo della donna, sgonfiandone le gomme, e, successivamente, avrebbe monitorato quotidianamente i suoi spostamenti, insieme ad altri militari. L’ordinanza riporta che il maresciallo avrebbe inoltre inviato una denuncia anonima all’INPS contro il nonno della donna, al fine di avviare un procedimento che lui stesso avrebbe poi potuto controllare tramite il proprio pubblico ministero di riferimento.

Le Indagini della Nuova Direzione della Procura di Pavia

L’inchiesta, ora nelle mani dei nuovi vertici della Procura di Pavia guidati dall’ex PM milanese Fabio Napoleone, si sta allargando per esaminare la gestione passata dell’ufficio e i legami tra magistratura, forze dell’ordine, politica e imprenditoria a Pavia. Gli episodi emersi nell’ordinanza eseguita oggi rappresentano solo una parte di un’inchiesta ancora in corso, che potrebbe portare alla luce altri casi di corruzione e abusi di potere.

Conclusioni

Questo scandalo solleva interrogativi profondi sull’integrità del sistema giudiziario e della sicurezza pubblica, rivelando un presunto abuso di potere e un circuito di corruzione radicato all’interno delle istituzioni incaricate di garantire la giustizia. L’indagine della Guardia di Finanza rappresenta un tentativo di fare chiarezza su questi episodi e di ristabilire la fiducia pubblica, mettendo in luce pratiche di corruzione che, per anni, avrebbero influito sull’equilibrio di potere all’interno della Procura di Pavia.

Gli sviluppi futuri potrebbero portare a ulteriori provvedimenti per sradicare la rete di favori e intimidazioni, con l’auspicio che le istituzioni rafforzino i meccanismi di controllo per prevenire la corruzione e garantire trasparenza e giustizia.



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