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FLAT TAX SUPER-RICCHI STRANIERI/ I benefici per l’Italia e la strategia dietro la sua modifica


L’Italia è stata tra i primi in Europa ad approvare una flat tax per i cosiddetti “neo-residenti”, ovvero individui facoltosi che decidono di trasferire la loro residenza fiscale nel nostro Paese. Introdotta nel 2017, la misura prevede un’imposta fissa di 100 mila euro annui sui redditi esteri, senza dover sottostare alla normale tassazione progressiva.



Il regime di flat tax per i “super ricchi” residenti in Italia ha subito una modifica importante dal Decreto Omnibus, entrato in vigore il 10 agosto 2024. Questa imposta sostitutiva, pensata per attrarre in Italia persone con patrimoni elevati, è passata a 200.000 euro per quanti non hanno avuto la residenza fiscale in Italia per almeno nove anni negli ultimi dieci.



Questa modifica punta ad aumentare le entrate fiscali e a rendere più sostenibile la misura a lungo termine. La categoria dei neo-residenti comprende in gran parte imprenditori, manager di alto livello, investitori e professionisti con redditi elevati che, grazie alla flat tax, hanno visto nell’Italia una destinazione favorevole per risiedere e investire, soprattutto rispetto a Paesi con una pressione fiscale più alta.

Dal 2017 al 2022, poco più di 3.600 persone hanno trasferito la loro residenza fiscale in Italia con il complessivo pagamento di 89.750.000 euro a titolo di imposta forfettaria (dati Mef su dichiarazioni fiscali 2023). Si tratta di numeri significativi, considerato l’obiettivo iniziale del Governo: rendere l’Italia una destinazione attrattiva per talenti e capitali stranieri. Tra coloro che hanno scelto di approfittare della misura, si trovano individui provenienti da tutta Europa e anche da Paesi extraeuropei, come Stati Uniti e Brasile. Il profilo di questi neo-residenti è generalmente caratterizzato da una notevole capacità economica, che ha consentito di introdurre nel tessuto economico italiano risorse e know-how, che hanno contribuito allo sviluppo di attività lavorative e imprenditoriali in diversi settori, dal finanziario al tecnologico, fino al manifatturiero e al real estate. Questo ha generato un impatto economico non solo in termini di tasse versate, ma anche nella creazione di nuove opportunità di lavoro e sviluppo.

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In molte città, specialmente quelle del Nord e in aree economicamente rilevanti come Milano e la sua zona metropolitana, l’arrivo dei neo-residenti ha creato una domanda aggiuntiva di beni e servizi di lusso, contribuendo a una crescita notevole sul piano economico-finanziario. Infatti, specialmente a Milano, il trasferimento dei milionari ha anche avuto un impatto sul mercato immobiliare di lusso, dove la domanda per immobili esclusivi è cresciuta notevolmente e di conseguenza anche quella del commercio al dettaglio di alta gamma e beni luxury.

Questa tassa agevolata ha contribuito a rendere l’Italia una delle destinazioni più ambite in Europa per i milionari, superando Paesi come la Svizzera e il Portogallo. Secondo un rapporto della società di consulenza Henley & Partners, si stima che solo nel 2024 circa 2.200 individui con patrimoni elevati potrebbero trasferirsi in Italia.

La flat tax attuale di 200.000 euro riflette l’intenzione di mantenere il sistema fiscale italiano competitivo per gli stranieri, ma allo stesso tempo di adattare l’imposta alle mutate esigenze di bilancio e alla crescente richiesta di equità fiscale.

Con il raddoppio dell’imposta, poiché è l’unica modifica al provvedimento, il Governo sancisce la stabilità del regime nel suo complesso. L’obiettivo è mantenere l’Italia come destinazione interessante per coloro che desiderano trasferire la propria residenza, ma senza creare disparità troppo marcate rispetto ai contribuenti italiani con redditi medio-alti, che invece pagano una percentuale considerevolmente maggiore sul loro reddito.

Mentre alcuni potrebbero considerare il nuovo tetto di 200.000 euro come un ostacolo, molti continuano a vedere nell’Italia un Paese ricco di opportunità, sia per il suo patrimonio culturale e paesaggistico, sia per le potenzialità economiche ancora inespresse. La vera sfida sarà capire se il nuovo regime fiscale riuscirà a mantenere alto il flusso di neo-residenti facoltosi e, al contempo, a bilanciare meglio il contributo fiscale tra questi e i cittadini italiani.

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