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Il suolo sotto pressione: l’invasione degli impianti rinnovabili senza freni distrugge paesaggio e terra agricola


Il Molise è al centro di un delicato dilemma: come conciliare la necessità di incrementare l’energia da fonti rinnovabili con la protezione del suo paesaggio e delle risorse agricole? Mentre l’Italia si avvia a raggiungere ambiziosi obiettivi green, la nostra piccola regione rischia di diventare un “parco energetico” senza una strategia che ne tuteli l’equilibrio. Il recente Decreto del Ministro dell’Ambiente, pubblicato il 2 luglio 2024, ha stabilito linee guida che ogni regione dovrebbe seguire per individuare le aree idonee e non idonee agli impianti rinnovabili, ma in Molise manca ancora una legge regionale specifica. E intanto, i progetti proliferano.

Un obiettivo già superato, ma senza una legge
L’Italia ha fissato un obiettivo ambizioso: entro il 2030, il Paese dovrà aggiungere 80 GW di energia rinnovabile. Al Molise è stato assegnato un target di 1003 MW, ma la situazione ha già superato i limiti. Nei soli primi mesi del 2024, sono stati autorizzati impianti per 327,208 MW e attualmente sono in fase di valutazione progetti per un totale di ben 5500 MW, una cifra enormemente superiore a quanto stabilito. Questa corsa sfrenata all’installazione rischia di sovraccaricare il territorio, con impatti irreversibili sul fragile ecosistema molisano e sul suo prezioso suolo agricolo.

Comuni invasi da progetti energetici
In diversi comuni molisani, si assiste a un aumento senza precedenti di progetti energetici. Santa Croce di Magliano si prepara a ospitare un impianto eolico da 48 MW, mentre a Rotello è in arrivo un impianto agrivoltaico da 60 MW. Larino non è da meno, con un progetto agrivoltaico da 70 MW, mentre a Montenero di Bisaccia è previsto un impianto fotovoltaico da 7,148 MW. Questi progetti, pur contribuendo agli obiettivi di produzione energetica, pongono domande cruciali: quanto di questo sviluppo è realmente sostenibile? E quali saranno le ripercussioni sul paesaggio e sulle risorse agricole della regione?

Slow Food Basso Molise: “Serve una legge per tutelare il territorio”
L’associazione Slow Food Basso Molise ha preso posizione, sollevando preoccupazioni concrete. “Siamo di fronte a una pressione eccessiva sulle aree rurali e agricole”, avverte l’associazione, che invita la Regione Molise ad adottare una legge sulle aree idonee che protegga il territorio. La proposta è semplice: limitare l’installazione di impianti rinnovabili a tetti, aree industriali o zone già sfruttate da infrastrutture. Una soluzione più sostenibile sarebbe anche puntare sul “repowering”, cioè l’ammodernamento degli impianti esistenti, che permetterebbe di aumentare la produzione senza occupare nuovi terreni.

La minaccia al suolo agricolo e al futuro delle comunità locali
Il timore di Slow Food e delle associazioni locali è che l’espansione incontrollata delle rinnovabili possa portare a un consumo di suolo agricolo insostenibile. In un territorio già minacciato da spopolamento e carenza di risorse, la perdita di suolo fertile potrebbe rappresentare un colpo durissimo per l’economia agricola e per la sopravvivenza stessa delle comunità. “Il suolo agricolo è una risorsa essenziale per la nostra identità e per il futuro delle nostre comunità”, sottolinea Slow Food, che torna a chiedere con più forza alla Regione ad adottare una visione sostenibile e lungimirante.

Una scelta cruciale per la Regione
Il Molise si trova ora di fronte a una scelta decisiva. Da un lato, il dovere di contribuire agli obiettivi nazionali per contrastare il cambiamento climatico, dall’altro, la necessità di salvaguardare le risorse naturali e culturali del territorio. Una legge regionale che stabilisca le aree idonee e non idonee per gli impianti rinnovabili, come previsto dal Decreto Ministeriale, rappresenta un passaggio essenziale per garantire uno sviluppo realmente sostenibile.

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La richiesta di Slow Food Basso Molise e delle associazioni locali è chiara: “Non basta inseguire obiettivi di potenza rinnovabile, serve una politica che ascolti le esigenze del territorio”. Il Molise ha l’occasione di diventare un modello di equilibrio tra sviluppo energetico e rispetto per l’ambiente, ma il tempo stringe. La legge sulle aree idonee non è una semplice formalità: “è un atto di rispetto per il territorio, le comunità locali e il futuro del paesaggio molisano”.





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